Exarchia.

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Exarchia è una terra favolosa, città nella città: osterie; piazze alberate dove convivono i più differenti idiomi, età, stili di vita; cani di strada dolcissimi e miti; improbabili orti urbani, balconi fioriti e scampoli di vecchie case abbandonate, ruderi abitati da arbusti e rampicanti, piccole botteghe che esibiscono frutta e collane, casacche turche e jeans, spezie e smartphone.
Quiexarchia caffè ci si può perdere nel dedalo delle stradine infuocate dal sole di luglio e riemergere in viali
che compaiono inaspettatamente ad ombreggiare piccoli caffè.
2015-07-05 15.21.45Exarchia è la poesia dei suoi murales, vere opere d’arte capaci di raccontare lotte,  vite minime e  morti precoci;   girandole di colori che narrano la fugacità della bellezza e la inesauribile meraviglia della  natura, danze macabre accanto a surreali terre tropicali, dove la rana 5661602920_5e4614e10a_nconvive col tucano e le colombe volano tra alberi incantati.
In un locale che è insieme taverna, biblioteca e centro sociale ,  mi accoglie, insieme alle grandi A cerchiate dell’anarchia, la bandiera NO TAV. Sui muri campeggiano i manifesti referendari per il NO. Un militante ci spiega che, nella galassia anarchica, loro, a differenza di altri, hanno scelto di votare, contro il sistema e la “fortezza Europa”..
lukanikos2E’ il NO irriducibile della resistenza giovanile, praticata coraggiosamente negli ultimi anni, in una città blindata e militarizzata, dove gli agenti avevano licenza di sparare e di uccidere.
Così mori Alexis Grigoropoulos, colpito a freddo dalla polizia. Aveva quindici anni e quel sabato del dicembre 2015-07-05 15.02.182008 stava festeggiando con gli amici San Nicolao.
In una strada di Exarchia, nel punto in cui Alexis fu assassinato, restano una lapide (“ A ricordo del piccolo Alessandro. Aveva solo 15 anni…”) ed una targa da cui 2015-07-05 15.01.16sorride il suo volto  ragazzino, accompagnato da una scritta che consegna alla coscienza collettiva un duro atto d’accusa : “Qui, il 6 dicembre 2008, in modo del tutto immotivato, fu spento il  sorriso bambino, dalla pallottola di non pentiti assassini” .
Alexis come Carlo, Federico, Stefano……Exarchia è tutto il mondo.

Qui il voto non è una formalità

thCon un’amica, giornalista in una radio di movimento, mi reco ai seggi nel quartiere di Plaka.

Sono stati allestiti in una scuola aperta su una delle tante stradine che conducono all’Acropoli, tra botteghe artigianali e negozi di souvenir.

Ci accoglie un piccolo cortile; piante di rose,  ulivi, un aranci; lungo il muro una lunga vasca di pietra con rubinetti che mi ricorda  la mia scuola elementare di mezzo secolo fa, una vasca analoga a cui la maestra ci faceva lavare le mani all’inizio e alla fine delle lezioni (e a volte interveniva lei direttamente su orecchie e colli non abbastanza puliti).

Nel cortile incontriamo i rappresentanti di lista.

Per il SI c’è un signore attempato, in abito di lino e panama, accompagnato dalla moglie in seta e gioielli; si presenta come ufficiale di marina in pensione, già candidato alle ultime elezioni politiche per Nea Democratia.

A rappresentare il NO c’è un giovane sui trent’anni, laureato in architettura, operaio, disoccupato da cinque anni. Le sue risposte pacate, la fermezza senza enfasi, assieme all’aumentata affluenza dei votanti (famiglie con bambini, gente comune, anziani e tanti giovani) sono una garanzia per il superamento del quorum e per la vittoria del NO.

Atene resiste

NOAtene domenicale, la domenica del referendum.

Ritrovo piazza Syntagma. Sotto il sole a picco splende il marmo della fontana; i cani, numi tutelari del luogo, dormono all’ombra di alberi e siepi; le bancarelle di ciambelle si sono arricchite di bibite e frutta.

Sullo sfondo rivedo il Parlamento, l’ocra del tufo e l’azzurro della bandiera, unico ornamento ad un edificio semplice, piccolo rispetto ai grandi alberghi che fiancheggiano la piazza.

 Manca l’imponente schieramento di polizia che, fino a qualche mese fa, blindava la piazza e rendeva inavvicinabili gli edifici pubblici. Restano gli euzoni che, in gonnellino, babbucce e col fucile in spalla, fanno il cambio della guardia tra i battimani dei turisti.

Anche ora, come lo scorso gennaio nel giorno delle elezioni politiche, la piazza brulica di televisioni, di giornalisti che tentano sondaggi dell’ultim’ora.

I mass media non sono stati teneri con questo popolo e con il suo diritto a decidere della propria vita. Servili portavoce della “fortezza Europa”, hanno descritto una Grecia fisicamente stracciata e moralmente sconfitta, ostaggio di politicanti avventurieri, delineando scenari catastrofici se vincerà il NO al memorandum della troika e all’Europa di Maastricht; hanno tifato apertamente per il SI o per il non raggiungimento del quorum.

Ma in questa città oggi non c’è né vittimismo né umiliazione  ; si respira un’aria di serena, ragionata, ferma resistenza