RASSEGNA STAMPA LUNA NUOVA 21 marzo

Lettera al Direttore

Dal finestrino il paesaggio corre veloce, troppo perché sia possibile fermarvi lo sguardo. Intorno una varia umanità a capo basso sui computer portatili, concentrata su grafici e numeri o parlottante ai cellulari. In alto schermi che informano sulla velocità di viaggio e riproducono pianure fiorite, tra cui avanzano fiammanti Frecce rosse. A tratti pubblicità gastronomica: oltre ai passeggeri ad Alta Velocità, questo supertreno sforna anche le “specialità gastronomiche italiane” a chi abbia voglia di raggiungere il ristorante viaggiante per un “esclusivo” Servizio Executive.

Sono, con tutto il mio armamentario di zainetto, spille, felpa, bandiera NO TAV, sul Freccia Rossa Torino-Roma. Me ne vergogno, ma non c’è alternativa: aboliti gli Intercity che percorrevano, con un’ora di viaggio in più e a metà prezzo, la dorsale tirrenica, non resta che adattarsi tristemente al TAV (naturalmente per chi possa sborsare 180 euro, altrimenti, “ti attacchi al treno”).

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Diario di viaggio: Magenta 20 marzo

magentaMagenta. La citano i libri di storia per una memorabile battaglia durante le guerre d’Indipendenza.

Ora è una comunità assediata da autostrade, Tav e centri commerciali, con le relative mafie e lobby dei grandi sporchi affari.

Ma ha un nucleo di giovani che hanno deciso di lottare per un altro modello economico, sociale, ambientale. E c’è una memoria storica che si radica nelle lotte di un quarto stato da troppo tempo usato e gettato. I semi che la terra ha protetto dal gelo del capitale stanno mettendo radici e li vedremo germogliare, nella primavera che risorge.

 

“Ciò che chiamiamo il progresso è questa tempesta”

1619129_1447262978843583_368430592_nRoma, Piazza dell’Indipendenza, traffico del sabato pomeriggio, frotte di turisti che prendono d’assalto le terme di Diocleziano.

La gente gode il sole ai tavolini dei bar, sulle panchine dei giardini.
Ma ecco avanzare, nel caos di veicoli in corsa, due carretti, stracarichi di secchi e indumenti: sono trainati da due donne, anziane, in ciabatte, poveramente vestite. Procedono come in una bolla, lente e affaticate, lo sguardo lontano, di chi si sente invisibile per la vita che lo sfiora e va oltre, indifferente.

E’ l’altra faccia di questo mondo subdolo e violento, fatto di capitali stratosferici e di figure che si rannicchiano sui marciapiedi, senza casa, lavoro, futuro.
Macerie, che l’angelo della storia vorrebbe ricomporre, ma non può, perché “una tempesta lo spinge inesorabilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui 
fino al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso è questa tempesta” (W.Benjamin)