Nel viaggio verso Biella ci segue la pioggia di questa primavera ritornata incerta, intirizzita.
Abbiamo lasciato l’autostrada e percorriamo strade intercomunali, tra boschi e piccoli paesi.
Nella malinconia rannuvolata della sera, il verde sfoggia una gamma infinita di sfumature: un mare di teneri germogli che accompagna l’andirivieni delle strade a mezza costa.
Ad un certo punto un cartello, “La Valle dell’oro”. E’ il nostro domestico Eldorado, l’antica miniera d’oro a cielo aperto, su cui fioriscono leggende e si raccontano mitiche gare tra cercatori di pepite, lungo i greti del torrente Elvo. Sicuramente d’oro fino è la generosità dei compagni che ci accolgono a Biella. Storie di lotte, pagate duramente e mai rinnegate, un impegno che dura contro l’ingiustizia di sempre, quella che fa dell’uomo e della natura merce da sfruttare e gettare via, quando non serve più.